SABATO ALLE ORE 10:30
SIT-IN NO A INSULARIDADE IN COSTITUTZIONE
Portici Regione Sardegna – via Roma – Casteddu
Si sunt bendende connotu e disconnotu, sunt cantzellande sa Natzione Sarda.
I novelli Siotto Pintor plaudono perché il senato ha dato il primo voto a favore, dei quattro necessari, per l’inserimento dell’insularità sarda in costituzione, modificando l’art. 119.
Stiamo rivivendo quanto già vissuto dai sardi nel 1847, un gruppo di sardi della borghesia notarile, con tanto di cappello in mano, oggi come allora, chiede assistenza a chi è causa delle sofferenze che la Sardegna subisce.
Dalla fusione perfetta politica del 1847 si è arrivati alla richiesta di fusione territoriale espropriando i sardi del loro territorio nazionale per farne un’appendice insulare del territorio italiano con la speranza di ottenere elemosine per i poveri sardi che hanno avuto la sfortuna di nascere in un’isola e non nel magnifico e paradisiaco territorio continentale italiano.
Una umiliazione inutile voluta da coloro che, come Giovanni Siotto Pintor nel 1847 ( poi pentitosi), credono che i problemi della Sardegna siano derivati da uno stato di discriminazione dentro un contesto e non di dominazione di un contesto su di un altro, credono che ci sia un cleavage, scollamento, tra centro e periferia e che ciò sia dovuto all’insularità e non piuttosto ad un conflitto di interessi, incompatibili tra loro, che si scontrano in Sardegna.
L’essere isola non è di per se un impedimento, lo diventa quando si è in stato di dipendenza e l’insularità in costituzione non solo aggraverà la dipendenza ma svenderà il territorio nazionale del popolo sardo e cancellerà la Nazione Sarda, per nulla in cambio, rafforzando l’indivisibilità dell’Italia sancita dall’art. art. 5 della stessa costituzione che imprigiona la Sardegna avuta casualmente dai Savoia nel 1720 in cambio di servigi militari ai potenti di allora.
Perché questa nuova umiliazione al popolo sardo? Anche i novelli fusionisti in fascia tricolore sanno che non porterà a niente, sanno che l’Italia dalla Sardegna continuerà a prendere e non a dare. Sanno che l’Italia continuerà a prendere territorio per le servitù militari e di smaltimento, a rubarci le accise sugli idrocarburi e a chiederci gli accantonamenti per pagare la sanità delle altre regioni, sanno tutto questo ma il narcotico dell’assistenzialismo, secondo loro assistenzialismo dovuto, ha fatto effetto anche su di loro che lo hanno sparso per populismo politico.
Bisogna fermarli, stanno cancellando la nazione Sarda e stanno trasformando i sardi i questuanti che nei gradini di Montecitorio e Palazzo Chigi attenderanno l’elemosina da parte del padrone tricolore.
SI SUNT BENDENDE CONNOTU E DISCONNOTU
Tanti traditori nella storia e nel presente della nostra Nazione, mai difesa da costoro dai combattenti per la difesa della nostra Nazione. Ora come allora, lo stato italiano si serve dei traditori travestiti da difensori dei loro conterranei per cancellare la nazionalità, la storia, la storia di un itero popolo.