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SCUOLA – I SARDI NON HANNO NEANCHE I DIRITTI DEI LADINI

COMUNICATO STAMPA

Insegnanti non “certificati” occuperanno 170 cattedre sarde

UNA INTEGRAZIONE FORZATA CAUSA DI ABBANDONO E DISPERSIONE

Papa Francesco indossò il copricapo piumato e chiese scusa per i danni fatti dall’integrazione forzata perpetrata tramite le “Scuole residenziali per l’assimilazione della cultura dominante” tra le quali vi erano anche collegi cattolici, finanziate e sostenute dal governo Canadese.

Tali scuole avevano il compito di sradicare la cultura e le lingue delle popolazioni indigene assoggettate dal Canada.

Tanti di noi sardi ci siamo sentiti all’unisono con Papa Francesco e, senza se e senza ma, abbiamo pensato di indossare sa berrita per manifestare che il ruolo della scuola italiana in Sardegna non è molto diversa da quella del Canada dove le popolazioni indigene sono state costrette a sentirsi canadesi pur non essendolo.

La “Scuola Italiana in Sardegna” non è diversa dalla “Scuola Residenziale Canadese”, forse non ha gli stessi metodi costrittivi, ci si è limitati alle bacchettate e le inginocchiature sui ceci, ma gli obiettivi sono gli stessi, cancellare la cultura e la lingua indigena ed imporre la cultura dominante costringendo i sardi a sentirsi italiani a poderiu.

La Scuola Italiana, come quella canadese, è una macchina culturale che trasforma i sardi in italiani e come diceva Frantziscu Masala “Gai, totus sos pitzinnos de idda, intraiant in iscola abistos e allirgos è nde bessiant tontos e caritristos. F. Masala”.

A scuola si entra Shardana e si esce Centurioni.

Torniamo su questo argomento perché dalla stampa apprendiamo che 170 cattedre sarde verranno assegnate a insegnati di altre regioni che nulla sanno della storia, della cultura, del fare, del vivere, dell’essere un popolo, dei sardi e il loro approccio con gli alunni non potrà che essere quello delle “scuole residenziali” canadesi.

Nulla naturalmente contro i lavoratori scolastici delle altre regioni che sono solo uno degli strumenti che lo stato italiano usa per tramutare gli Shardana in Centurioni non riconoscendo ai sardi neanche gli stessi diritti che riconosce alle minoranze linguistiche molto più piccole di quella sarda.

Nella minoranza linguistica ladina per esempio, solo gli insegnanti non ladini “certificati”, cioè obbligati a seguire uno specifico percorso formativo sulla lingua e la cultura ladina, possono salire in cattedra nelle scuole frequentate da alunni ladini.

E urgente una norma specifica, simile a quella che tutela le Scuole dell’area geografica abitata dai ladini, per le scuole della Sardegna, in forza di quanto previsto dalla Legge Regionale 3 luglio 2018, N. 22 – Disciplina della politica linguistica regionale. Siamo certi che non si farà perché in Sardegna la scuola ha una missione importante, deve continuare la missione di “conversione” dei sardi alla “religione culturale italiana”, quella iniziata negli anni 50 da un esercito di maestrine e maestrini con bacchettate sulle mani e ceci o sale sotto i ginocchi.

Ha ragione Papa Francesco non ci sono culture superiori alle altre ma ci sono culture dominanti e culture dominate. Il rapporto non è culturale ma di dominazione coloniale dove il dominatore impone la propria cultura al dominato non perché è superiore ma per cancellare il popolo dominato e integrarlo forzatamente nel suo ambito nazionale. Il dominatore sa che il popolo senza propria cultura e propria lingua è cancellato e perde il possesso della propria terra e che quella terra sarà sua.

La terra delle popolazioni indigene dell’attuale Canada è oggi dello stato canadese e lo stesso sarà per le terre dei sardi, saranno dello stato italiano e il popolo sardo sarà cancellato, forzatamente come quello delle popolazioni indigene del Canada.

NON CI SARANNO SCUSE PER IL GENOCIDIO SARDO.

SOLO LAMENTELE PER L’INEVITABILE ABBANDONO SCOLASTICO E LA DISPERSIONE.

SARDIGNA 17/08/2023 CUSSITZU NATZIONALE DE SNI

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