COMUNICATO STAMPA
Prima i fumi di acciaieria adesso le batterie esauste,
quanto altro veleno verrà aggiunto al sangue dei bambini del Sulcis?
La Glencore sa dove smaltire rifiuti che nessuno al mondo vuole, in Sardigna.
La Portovesme srl, della Glencore, tramite una falsa ulteriore lavorazione dei fumi di acciaieria, dai quali estraeva un’inezia di piombo e zinco, ha per anni e anni trasformato le scorie altrui in scorie nostre da smaltire quindi in Sardegna.
La Glencore sa che se il gioco ha funzionato per i fumi di acciaierie funzionerà anche la Black Mass delle batterie esauste generate dai milioni di auto elettriche e dai sistemi di accumulo energia ( vedi Enel). Anche sulla Black Mass si adotterà il trucco della ulteriore lavorazione e la trasformazione di un rifiuto altrui in un rifiuto nostro da smaltire in Sardegna.Con la diffusione delle auto elettriche e dei sistemi di accumulo a batteria
diminuirà l’inquinamento in tutto il mondo e aumenterà solo in Sardegna.
E’ questo il destino della nostra terra e del nostro popolo? Siamo chiamati a immolarci ancora nelle trincee altrui?
Anche per questo il gioco è facile e collaudato, basta creare disoccupazione e prospettive di miseria per avere la gente, la politica e i sindacati dalla propria parte.
E’ stato proprio questo il gioco della multinazionale, chiudere lo smaltimento dei fumi di acciaieria perché la falsa lavorazione era poco produttiva a causa del costo energetico insostenibile, licenziare tutti e proporre poi come salvifica la falsa lavorazione delle batterie esauste, molto più produttiva e meno bisognosa di lavoratori da salariare.
Quanto altro veleno verrà aggiunto al sangue dei bambini del Sulcis e di quanti altri piani verrà innalzata la collina delle scorie di Genna ‘e Luas?
I sardi si faranno ancora guidare da coloro che il 12 e 13 giugno 2005 hanno fatto disertare le urne nel referendum che chiedeva di votare SI per abrogare la legge regionale n. 8/2001 e ripristinare il comma 19 dell’art. 6 della Legge Regionale 24 aprile 2001 n. 6, recanti norme in tema di rifiuti extraregionali, che sanciva: ”E’ fatto divieto di trasportare, stoccare, conferire, trattare o smaltire, nel territorio della Sardegna rifiuti, comunque classificati ,di origine extraregionale”. ? La modifica introdotta dalla politica esogena aveva modificato il comma aggingento “a meno che non servano per ulteriori lavorazioni”.
Il destino di discarica si poteva fermare allora, nel 2005, ma i ricatti occupazionali e l’azione potente della politica e del sindacalismo esogeno non hanno voluto.
Sardigna 19/08/2023
Coordinamento Natzionale di SNI