LA PROPRIETA’ SIA SARDA E COLLETTIVA
Le televisioni ed i giornali sardi sono come una parte del territorio sardo, sono beni da tutelare. Sono essi che raccontano la nostra storia quotidiana e almeno nell’informazione uniscono la natzione. Anche se sottoposti a vincoli da parte delle proprietà e delle linee editoriali essi sono un bene fondamentale del nostro popolo, sono lavagne nelle quali, pur nei suddetti limiti, i sardi collettivizzano il loro vivere, come individui, come collettività locali e come collettività nazionale.
Sono beni da tutelare il cui valore non è determinato dalle proprietà o dalle linee editoriali ma principalmente dai giornalisti e da tutti i lavoratori che scrivono e parlano di noi sulla nostra lavagna nazionale. Sono i giornalisti e tutti i lavoratori che, non solo, con grande impegno e con tempi strettissimi assicurano ai sardi il diritto all’informazione, ma sono anche i primi a pagare a caro prezzo le crisi finanziarie e/o gestionali degli organi d’informazione, così come sta avvenendo per Sardegna 1 TV e non solo.
Certa e determinata la SOLIDARIETA’ di SNI verso i lavoratori di Sardegna 1 e altrettanto determinata la condanna dell’attività gestionale che ha portato la seconda televisione sarda a uno stato di crisi che non è certamente da risolvere con i licenziamenti ma con un netto cambio di rotta gestionale e proprietario, che SNI ritiene debba essere collettivo e affidato all’azionariato diffuso in concorrenza entità economiche, e anche culturali, sarde.
Un accorgimento indispensabile; Venga tolto dal desktop quell’uno tricolore, voluto dal totale sradicamento identitario della proprietà, e venga sostituito con qualcosa di più rappresentativo della collettività che risiede nel territorio natzionale e in su disterru, magari con un semplice 4 mori.